Salute mentale, i casi di depressione da Covid sono raddoppiati in due anni, quelli della pandemia. Questo significa moltissimo e non possiamo perdere tempo.
Ne ho già parlato più volte. Ne ho scritto in questi giorni per il telegiornale di Sky TG24. Mi piacerebbe condividere con voi, anche qui, un tema molto delicato e altrettanto importante, che riguarda tutti noi come adulti, genitori, educatori. La salute mentale dei giovani. E allora riprendo il testo di quanto ho scritto in queste ore, sollecitata da questi titoli d’agenzia, in rosso: +++ Salute mentale: un adolescente su 4 ha sintomi di depressione da Covid, raddoppiati i casi in 2 anni +++ Non si può rimanere fermi di fronte ad un allarme del genere, basato su ricerche scientifiche e studi. Il tema è stato discusso al XXIII Congresso della Sinpf che per rispondere ai bisogni dei giovani e dare indicazioni ha creato un Gruppo di Ricerca in NeuroPsicoFarmacologia dell’Infanzia e Adolescenza.
Paura del virus, di esserne contagiati, di stare male, e poi gli effetti del Covid-19 sulla salute, le restrizioni della vita sociale, la mancanza di relazioni, del contatto, degli abbracci, i baci, e poi la scuola e l’università prima a distanza, poi a singhiozzo: due anni dopo l’inizio dell’incubo, non esiste più dubbio sul fatto che la pandemia abbia effetti sulla salute mentale di tutti, soprattutto sui giovani. Ora arrivano i dati e fanno paura. Un adolescente su 4 ha sintomi di depressione da Covid, siamo dentro una crisi mondiale della salute mentale, soprattutto fra giovanissimi. Scienziati ed esperti, stavolta, sono d’accordo. Fioccano le ricerche scientifiche come quella pubblicata su Jama Pediatrics.
L’incidenza dei sintomi della depressione e dell’ansia fra gli adolescenti nel mondo è raddoppiata rispetto a quanto fosse prima della pandemia. Quella che potete andarvi a leggere cliccando sul link è un’ampia metanalisi che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80.000 giovani, da cui emerge che un adolescente su 4 ha i sintomi clinici della depressione e uno su 5 i segni di un disturbo d’ansia. Rifletteteci, sono numeri enormi. Su Quotidiano Sanità, mentre scrivevo il pezzo, ho trovato questa dichiarazione. “Tutte le ricerche concordano: con la pandemia un’allarmante percentuale di giovanissimi sta manifestando i segni di un disagio mentale – spiega Claudio Mencacci, co-presidente della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia e direttore emerito di neuroscienze e salute mentale all’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano. I tassi di depressione e ansia che si registrano sono direttamente correlati alle restrizioni: si impennano cioè quando viene impedita la socialità, quando si deve tornare alla didattica a distanza, quando non si possono coltivare le relazioni con i coetanei che in adolescenza sono indispensabili”.
Un diffuso disagio mentale che, sottovalutato, rischia di mettere un’ipoteca sulla salute futura dei nostri ragazzi. Ad essere maggiormente a rischio, dicono gli psichiatri, i ragazzi più grandi, quelli a cui le restrizioni sociali hanno sottratto gli anni dei primi amori più coinvolgenti, la scuola in presenza che non è solo apprendimento ma anche incontro, relazioni, contatto e poi gli svaghi, le feste e lo sport che fa bene al corpo e alla mente, la spensieratezza. Momenti fondamentali nella crescita di un adolescente, “una fase essenziale per le nuove esperienze e per i primi traguardi – prosegue Mencacci – non vivere nella normalità ‘pietre miliari’ come l’esame di maturità o i primi amori per la psiche di un giovanissimo è assimilabile a un lutto e come tale può essere un fattore scatenante di ansia e depressione. Molti possono avere sintomi di disagio mentale che poi si risolvono, ma tanti stanno mostrando di non riuscire a uscirne: per loro la pandemia è stata una sorta di ‘catalizzatore’, un evento che li ha portati su una traiettoria di malessere. Senza contare coloro che erano già fragili prima di Covid-19, per i quali la pandemia è stata ancora più difficile da affrontare. Tutti devono essere intercettati e aiutati a uscire dalla depressione”.
A confermare tutto questo anche un secondo studio, condotto su 1500 tra bambini e adolescenti e pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. Cosa emerge dallo studio? Che la presenza di sintomi persistenti di depressione da giovanissimi si associa a una vita adulta più difficile, in cui è maggiore il rischio di ansia, abuso di sostanze e perfino condotte criminali, è più elevata la probabilità di avere problemi di salute e relazioni sociali complicate così come di non raggiungere gli obiettivi di studio e carriera. Le conseguenze sono più negative per chi soffre di depressione durante l’adolescenza rispetto alla prima infanzia e soprattutto per chi ‘trascina’ i sintomi depressivi senza che vengano risolti da un adeguato trattamento. Gli specialisti sanno cosa fare, “intercettare il disagio mentale nei ragazzi e intervenire, utilizzando gli strumenti più adeguati al singolo caso, tenendo conto delle peculiarità connesse alla giovane età”. Ma ancor prima arriviamo noi, per tornare al punto di partenza, noi adulti. Che dobbiamo lasciare da parte le nostre paure e abbracciare il compito di aprire occhi ed orecchie, perché cogliere il prima possibile il disagio nei nostri figli può davvero fare la differenza.