Non è corretto definire l’Inclisiran di Novartis un vaccino anti-infarto. Non lo è. Se è sempre sbagliato fare titoli fuorvianti sui siti come sui giornali, lo è ancora di più se riguardano un tema tanto delicato come la salute. E a maggior ragione se la patologia chiamata in causa coinvolge decine di milioni di pazienti nel mondo. Ecco perché per il Sito di Sky TG24 ho realizzato un’intervista al Professor Piergiuseppe Agostoni, Direttore del Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa del Monzino, per farmi spiegare in maniera semplice in che modo il farmaco di Novartis agisce e perché potrebbe rivelarsi “rivoluzionario” nel ridurre drasticamente eventi cardiovascolari gravi e spesso fatali come l’infarto e l’ictus. Se volete ascoltare l’intervista, è questa. Di seguito, vi riporto le risposte più importanti che mi ha dato, ma vi consiglio comunque, se avete 5 minuti, di approfondire.
Inclisiran non è un vaccino
“La domanda di base è se l’Inclisiran è un vaccino anti infarto. La risposta è no, ma ha degli aspetti pratici che lo avvicinano al vaccino. Quali sono? Si inocula due volte l’anno attraverso un’iniezione sottocute, ecco perché fa pensare a qualcosa di protettivo nel tempo e quindi al vaccino. Ma il meccanismo d’azione – chiarisce il Professor Agostoni che è Principal Investigator dello Studio Victorion-2 in corso al Centro Cardiologico Monzino – non ha nulla a che vedere con quello dei vaccini perché inibisce l’attività di una mRNA, che è una sostanza del nostro corpo e questo intervento di inibizione è esattamente l’opposto di quello che fa un vaccino, che invece stimola. L’idea di avere un farmaco che si da’ due volte l’anno ha un vantaggio enorme e questa è davvero una rivoluzione epocale perché risolve almeno del 99% il problema della continuità di assunzione del farmaco. In tutte le terapie che abbiamo, la causa del fallimento è legata alla non assunzione della terapia stessa”.
Lo Studio multicentrico del Monzino
“I dati in nostro possesso ci dicono che si tratta di un farmaco molto potente, va rimarcato che lo Studio attuale è riservato a pazienti che hanno già avuto un evento di infarto o ischemia coronarica e hanno un valore di colesterolo molto elevato nonostante la terapia con le statine. Con Inclisiran abbiamo un farmaco in aggiunta che non sostituisce la terapia che il paziente sta seguendo. Quello che succederà in futuro, cioè se questo nuovo farmaco potrà sostituire una parte di quelli che stiamo utilizzando adesso, lo scopriremo. E’ una possibilità, una speranza” – sostiene il Professor Agostoni. “Al Cardiologico Monzino stiamo testando Inclisiran, siamo parte di uno Studio internazionale a cui stanno partecipando centri specializzati di tutto il mondo. Noi siamo partiti per primi in Italia ma altri centri stanno seguendo la nostra strada, come è normale negli studi multicentrici internazionali. Nei prossimi mesi potremmo avere delle buone notizie” – conclude.